1880 – 1906

Le Origini

I Romani scoprono un bene prezioso: il cioccolato.
La storia inizia con la prima produzione di cioccolata, collocata negli ambienti delle catacombe di San Callisto, a Roma. Roma è quindi una delle prime capitali al mondo a conoscere il cioccolato in tavolette (fino ad allora infatti, il cioccolato era ancora solo bevanda).
Ad inventare il prodotto, sul finire del XIX secolo, furono i Monaci Trappisti, un ordine di derivazione cistercense che proviene dalla città di Trappes in Francia.
La ricetta del cioccolato trappista venne esportata a Roma da alcuni monaci olandesi. Subito la cioccolata dei frati si distinse per genuinità e qualità, tanto da guadagnare riconoscimenti alla Fiera di Bordeaux nel 1896 e all’esposizione internazionale di Milano del 1906.

1906 – 1947

Il Novecento

Agli inizi del novecento, la diffusione del prodotto aumenta grazie alla creazione di uno spaccio di prodotti Trappisti gestito dalla famiglia Rugghia, che da qui inizierà a collaborare con la Comunità dei Padri Trappisti per la produzione e vendita del cioccolato.
Il punto si situa tutt’ora dove sorge l’abbazia delle Tre Fontane, a Roma sulla via Laurentina.
Le tavolette di cioccolato, affiancate da altri prodotti dei monaci, divennero e sono tuttora tradizione per i romani e i pellegrini di passaggio nell’antico monastero.

Per far fronte alla sempre maggiore richiesta di cioccolato, dal 1947 la produzione è trasferita nell’attuale sede di Frattocchie di Marino, all’interno dell’Abbazia Nostra Signora del Santissimo Sacramento

1947 – 1973

Consolidamento

Sono gli anni in cui oltre alla produzione delle tavolette di cioccolato, distinguibili per gli accesi colori delle confezioni, si aggiunge quella di torrone e uova di Pasqua, il cioccolato Trappisti diventa un prodotto di riferimento per le famiglie romane durante le festività natalizie e pasquali.

Nel frattempo si consolida il rapporto tra la famiglia Rugghia e la comunità dei monaci, fino ad arrivare nel 1973 all’acquisto de “Il Cioccolato di Roma” da parte della famiglia.
La produzione viene mantenuta all’interno della fabbrica di Frattocchie e il cioccolato continua ad essere commercializzato dalla famiglia Rugghia utilizzando il marchio distintivo “Cioccolato Trappisti”.

1973 – 2017

Garanzia

Con l’arrivo del nuovo secolo avviene il passaggio di testimone, alle soglie del duemila la direzione dell’azienda passa ancora di padre in figlio nella famiglia Rugghia, garantendo la continuità della tradizione.
Prosegue la produzione di cioccolato nel solco della preziosa eredità, tutto continua ad essere lavorato con gli antichi macchinari, non cambiano l’impasto, la raffinazione e la modellazione.
Negli anni ’80 viene introdotta una nuova confezione in formato “tascabile”, ricalcando i colori accesi delle già esistenti tavolette di cioccolato.
Oltre alle tavolette di cioccolato puro, nel 2000, si aggiunge alla gamma la crema di cioccolato spalmabile alle nocciole e al fondente.
Il “Cioccolato Trappisti” continua ad essere distribuito in tutta Italia e nel mondo, la scelta dei rivenditori avviene con particolare cura, cercando di preservare la qualità del prodotto per garantire ai clienti la stessa esperienza di gusto dal 1884.

Prestigiosi riconoscimenti arrivano da importanti esponenti del settore come “Gambero Rosso” e “Gusto”, “Il Cioccolato Trappisti” è definito “l’Oro Nero di Roma” da una testata giornalistica nazionale. La singolarità della Fabbrica, inoltre, e la sua collocazione, hanno fatto si che questa fosse scelta come location ideale per girare alcune scene del film “La messa è finita” di Nanni Moretti e, successivamente, che fosse oggetto di un documentario espressamente dedicato della trasmissione RAI “Geo&Geo” dal titolo  “La Fabbrica del Cioccolato”.

2018 – Oggi

La Fabbrica Museo

Nel 2018 l’antica fabbrica di cioccolato viene acquisita dalla famiglia Cioffi Ferroni Grasso.

La nuova proprietà eredita con entusiasmo la responsabilità di continuare una tradizione unica e ultracentenaria impegnandosi fin da subito a preservare e valorizzare un prodotto d’eccellenza che può a pieno titolo, per la sua singolare storia, essere considerato un patrimonio dell’umanità.

La nuova gestione è stata riconosciuta come un modello di gestione paradigmatico nel contesto delle imprese d’avanguardia caratterizzate dalla forte presenza di risorse intangibili.

Il singolare packaging viene poi ulteriormente valorizzato attraverso un’attenta rivitalizzazione delle antiche etichette, riadottando stilemi grafici, illustrazioni e colori del Liberty italiano che alle origini aveva allora colpito e influenzato le scelte promozionali dei monaci trappisti.

Viene creato un nuovo prodotto, sempre secondo i metodi rigorosamente dettati dall’antica ricetta monastica, l’Extra Fondente Amaro al 90% di cacao, immediatamente riconosciuto a Parma, dalla giuria di esperti del CIBUS CONNECT 2019, come uno dei 100 migliori prodotti italiani più innovativi del 2019.

Sempre nel rispetto dell’antica tradizione la nuova proprietà ha poi operato un profondo e attento restauro di tutto l’antico l’opificio con particolare attenzione e cura verso i macchinari, alcuni dei quali realizzati all’inizio del novecento.

Il risultato è che ora l’antica fabbrica del Cioccolato dei Trappisti è uno dei pochi siti di archeologia industriale italiani ad essere perfettamente conservato e pienamente operativo, visitato costantemente da scuole, amatori, consumatori, appassionati e esperti di settore di tutto il mondo, nell’atmosfera magica di un’autentica Fabbrica Museo.